Negli ultimi anni, i veicoli aerei senza pilota (UAV), conosciuti popolarmente come droni, sono diventati uno degli elementi chiave dei moderni conflitti armati, ma anche uno strumento utilizzato nell “industria, nella logistica, nell” agricoltura, nei servizi di emergenza o nelle ispezioni tecniche. Tuttavia, la loro ubiquità e la crescente facilità di accesso significano che anche la portata delle minacce – sia per le infrastrutture militari che per quelle civili – sta crescendo. In risposta a questa sfida, si sta sviluppando un nuovo segmento tecnologico: i sistemi contro-UAS (Counter-UAS, C-UAS), che mirano a rilevare, monitorare e neutralizzare le minacce dei voli UAV non autorizzati.
La guerra dei droni di oggi assomiglia a una gara tecnologica: da un lato, abbiamo dispositivi fulminei, economici e difficili da individuare, e dall’altro, sistemi di difesa sempre più sofisticati, che spesso utilizzano l’intelligenza artificiale, l’analisi dei segnali radio, le termocamere e le armi elettromagnetiche. Diventa quindi fondamentale non solo avere l’attrezzatura giusta, ma anche essere in grado di integrarla e utilizzarla operativamente in un ambiente dinamico di minacce.
MBF Group SA, in qualità di azienda con esperienza commerciale e di gestione di progetti nell’area della sicurezza, sta esplorando attivamente il potenziale del settore dei droni e della tecnologia anti-drone. A livello interno, stiamo sviluppando le competenze e costruendo un team di esperti, tra cui specialisti con esperienza militare e operativa. Allo stesso tempo, continuiamo a sviluppare l’attività attuale e vogliamo dimostrare la nostra competenza attraverso annunci di contratti di materie prime chiave (dato il loro significativo valore finanziario).
Il mercato dei droni e degli antidroni: un nuovo ramo del commercio
Il mercato odierno dei droni e degli antidroni è in rapida crescita e sta diventando uno dei settori più promettenti dell’economia moderna. Sempre più spesso, non si tratta più solo di aree di ricerca militare o di applicazioni civili hobbistiche, ma di un segmento industriale a tutti gli effetti – paragonabile al mercato delle materie prime classiche, dei componenti tecnici o delle apparecchiature elettroniche. La produzione, l “intermediazione e la vendita di soluzioni legate agli UAV – che si tratti di droni da combattimento e da ricognizione o di strumenti per il loro rilevamento o la loro neutralizzazione – stanno diventando un fatto quotidiano anche per le aziende civili che operano all” interfaccia tra industria, difesa e tecnologia.
In realtà, operare in questo settore non è molto diverso dal classico commercio di materie prime, carburanti o prodotti chimici: richiede partner affidabili, conoscenza della logistica, accesso ai produttori e capacità di verificare i parametri tecnici. Anche le questioni relative alla conformità alle normative di diritto internazionale, alla certificazione e alla responsabilità contrattuale giocano un ruolo sempre più importante. Gli operatori commerciali e logistici con esperienza, che in precedenza si erano specializzati nei settori agroalimentare, chimico o petrolchimico, hanno ora l’opportunità naturale di espandersi in nuove tecnologie legate alla sicurezza – se dispongono delle competenze e dei contatti giusti.
MBF Group SA – in qualità di società quotata in borsa con una posizione consolidata nel commercio di materie prime, prodotti chimici e componenti industriali – sta sfruttando il suo potenziale per entrare nel mercato delle tecnologie senza pilota e anti-drone. Il nostro background è costituito sia dall’esperienza di intermediazione commerciale che dai rapporti diretti con esperti militari, ingegneri e fornitori di sicurezza e tecnologia. Stiamo costruendo un team di specialisti con esperienza nel settore dell’esercito e della difesa, che ci consente di adottare un approccio competente e responsabile a questo nuovo segmento di business.
Sistemi aerei drone da combattimento (C-UAS): panoramica e classificazione
La minaccia dei veicoli aerei senza pilota ha portato al rapido sviluppo di sistemi anti-drone, che oggi costituiscono uno dei segmenti più avanzati e complessi della moderna tecnologia di difesa. Il cosiddetto I Counter-Unmanned Aerial Systems (C-UAS) sono progettati per rilevare, identificare, tracciare e neutralizzare in modo efficace i droni non autorizzati – sia nello spazio pubblico che in quello militare.
Il processo di lotta contro un drone inizia con il rilevamento della sua presenza. A tale scopo vengono utilizzati diversi tipi di sensori: radar ad alta risoluzione, telecamere elettro-ottiche e termografiche, sensori acustici, nonché ricevitori di radiofrequenza che analizzano i segnali dei dispositivi che comunicano con l’UAV. Non è solo la tecnologia di misurazione a essere cruciale, ma anche l “integrazione dei dati e l” analisi intelligente – spesso utilizzando algoritmi di apprendimento automatico per distinguere tra una minaccia reale e un falso allarme.
Una volta rilevato un oggetto, c “è una fase di identificazione: determinare se si tratta di un drone, di che tipo è, quali rischi può comportare, se si muove autonomamente o se è controllato a distanza e se è possibile individuare la posizione dell” operatore. Se la minaccia è confermata, il sistema passa al tracciamento della traiettoria, che consente di valutare le intenzioni del drone e di prevederne la rotta successiva, come l “avvicinamento a infrastrutture critiche, il sorvolo di una struttura strategica o l” atterraggio.
La fase finale dell’operazione C-UAS è la neutralizzazione, che può assumere varie forme. Negli ambienti civili, si preferiscono metodi non cinetici come l “inceppamento dei segnali radio (jamming), la presa di controllo di un drone (spoofing) o l” uso di armi elettromagnetiche (HPM). In contesti militari o in situazioni in cui è necessario neutralizzare rapidamente e direttamente un obiettivo, vengono utilizzati anche metodi cinetici: mitragliatrici, proiettili a frammentazione, droni intercettatori o lanciatori a raffica portatili.
I sistemi antidrone possono essere suddivisi anche in base alla loro natura di funzionamento. I sistemi passivi hanno una funzione di osservazione – raccolgono dati sugli oggetti nello spazio aereo, ma non interferiscono direttamente con il loro funzionamento. Questi includono radar, telecamere, sensori acustici o analizzatori RF. Sono la spina dorsale di qualsiasi impianto, consentendo il riconoscimento precoce del pericolo. I sistemi attivi, invece, sono responsabili della risposta diretta – disabilitando fisicamente o digitalmente il drone. Questo gruppo comprende mezzi di distruzione sia cinetici che elettronici.
Sempre più spesso, però, l’uso delle cosiddette sistemi integrati – che combinano le tecnologie di rilevamento, localizzazione e neutralizzazione in un’unica piattaforma. Un esempio è il sistema polacco REKiN, che integra radar, armi multi-barile, disturbatori e armi elettromagnetiche; il suo design modulare consente di utilizzarlo in configurazioni sia fisse che mobili. Un approccio simile è stato adottato da DroneShield con soluzioni come DroneSentry-X, nonché Dedrone o il sistema antidrone di Airbus Defence and Space, che può proteggere efficacemente oggetti fino a un raggio di 10 chilometri attraverso una combinazione di radar, telecamere e disturbo intelligente del segnale.
I sistemi di guerra con i droni di oggi non sono più dispositivi singoli – stanno diventando ambienti operativi complessi, che richiedono l “integrazione di più tecnologie, l” analisi istantanea dei dati e il funzionamento flessibile in ambienti dinamici. È questa stratificazione multipla che rende i C-UAS una delle aree di crescita chiave per l’industria della difesa e della sicurezza pubblica. MBF Group SA sta inoltre analizzando attivamente il potenziale di questo mercato, sviluppando le proprie competenze e preparandosi a un coinvolgimento più ampio nella creazione e nell’implementazione di moderne soluzioni di sicurezza dello spazio aereo.
Neutralizzazione dei droni – la misura di difesa definitiva
Quando un velivolo senza pilota viene rilevato, identificato e classificato come una minaccia, la neutralizzazione diventa la fase chiave della contromisura. È questa fase che chiude il ciclo di difesa contro i droni e determina l’efficacia del C-UAS. La neutralizzazione può essere effettuata in due modi principali: cinetica (distruzione fisica del bersaglio) o non cinetica (interruzione del suo funzionamento senza contatto fisico).
La scelta del metodo dipende da una serie di fattori: il tipo e le dimensioni del drone, la posizione (area urbanizzata o spazio aperto), la natura dell’oggetto da proteggere e le conseguenze della caduta di un UAV neutralizzato.
Metodi non cinetici – combattimento senza forza fisica
Le tecniche di neutralizzazione non cinetiche stanno diventando sempre più importanti, soprattutto negli ambienti civili, dove è fondamentale minimizzare il rischio per l’ambiente. Tra i più utilizzati ci sono:
(a) Disturbo dei segnali)
I sistemi didisturbo (jammers) bloccano la comunicazione tra il drone e il suo operatore (canali RC, Wi-Fi, LTE) o il segnale GPS, causando la perdita di tempo:
- atterraggio di emergenza,
- ritorno al punto di partenza (RTH),
- oscillazione sul posto o perdita di controllo.
I moderni sistemi di disturbo possono riconoscere automaticamente il tipo di frequenza utilizzata e applicare un segnale di disturbo preciso e direzionale.
(b) Spoofing/hijacking)
In scenari più avanzati, è possibile impersonare l’operatore e prendere il controllo del drone:
- Imitazione del segnale GPS (spoofing),
- intercettazione del protocollo di comunicazione.
Questo tipo di soluzioni richiede un’attrezzatura avanzata e una conoscenza delle specificità dei sistemi UAV, motivo per cui vengono utilizzate principalmente dai militari e dai servizi specializzati.
(c) Armi elettromagnetiche (EMP / HPM)
Le tecnologie a impulsi elettromagnetici ad alta energia (HPM) disattivano l’elettronica del drone sovraccaricando temporaneamente i circuiti integrati. Il loro vantaggio è che possono farlo:
- neutralizzare più droni contemporaneamente,
- operazioni su un’area più ampia,
- operano in modo invisibile e immediato.
Si stanno testando, tra l’altro, armi EM. dalla NATO, dagli Stati Uniti, dalla Cina e da alcuni Paesi dell’UE – il lavoro è molto avanzato anche in Polonia.
Metodi cinetici – distruzione fisica del drone
I metodi cinetici giocano ancora un ruolo importante, soprattutto quando non si può fare affidamento sull “interferenza (ad esempio, nel caso di droni autonomi senza comunicazione attiva con l” operatore).
(a) Mitragliatrici e proiettili programmabili
Utilizzato principalmente nei sistemi militari – gli armamenti di questo tipo lo rendono possibile:
- distruzione di un drone a una distanza fino a diverse centinaia di metri,
- eliminazione di singoli bersagli in rapido movimento.
I proiettili esplosivi programmabili creano una nuvola di schegge, aumentando l’efficacia contro i piccoli UAV.
(b) Droni intercettori
Si tratta di droni progettati specificamente per l “inseguimento e l” intercettazione di altri droni. Il più delle volte sono dotati di:
- reti di intercettazione,
- braccia di presa,
- Dispositivi di interferenza RF a distanza ravvicinata.
Vengono utilizzati quando la precisione e la selettività sono una priorità, ad esempio negli spazi urbani.
c) Lanciatori di reti portatili
Una soluzione semplice e a basso costo, utilizzata dalle forze dell’ordine e dalla protezione delle infrastrutture. Il loro raggio d’azione è in genere di 15-30 metri. Anche se l’efficacia è limitata, sono utili per gli UAV lenti o in bilico.
Sistemi di neutralizzazione integrati – un esempio di soluzioni complete
Le piattaforme C-UAS avanzate combinano diversi metodi di neutralizzazione in un’unica architettura. Hanno il vantaggio di poter rispondere in modo flessibile a diversi tipi di minacce.
Esempi di sistemi integrati:
- REKiN (Polonia) – un sistema esteso che integra:
- ottica radar e di imaging termico,
- disturbatori intelligenti,
- cannoni a più canne e munizioni a frammentazione,
- Componenti di armi elettromagnetiche.
- DroneSentry-X Mk2 (DroneShield) – un sistema compatto di neutralizzazione delle radiofrequenze integrato con l “AI, utilizzato tra l” altro. per la protezione di convogli, aeroporti e confini.
- DedroneDefender – un sistema di disturbo portatile utilizzato dalla polizia e dalle guardie di frontiera negli Stati Uniti, in Germania e in Israele.
- Sistema Airbus Counter-UAV – utilizza radar intelligenti, sensori ottici e jamming direzionale, raggiungendo l’efficacia a distanze fino a 10 km.
Progettare e costruire un drone da soli non è un compito banale, ma è possibile, soprattutto per chi ha una conoscenza di base di meccanica, elettronica e programmazione. Per costruire il proprio drone è necessario assemblare i componenti giusti, come il telaio (di solito a quattro bracci), i motori, i regolatori di velocità, il controller di volo, le eliche e un sistema di trasmissione delle immagini e di controllo remoto.
I sistemi integrati di neutralizzazione dei droni, come il sistema polacco REKiN (Raging Kinetic and Non-Kinetic Emitter), sono un esempio di soluzioni complete che combinano diversi metodi di difesa in un’unica piattaforma. REKiN integra sensori avanzati, tra cui il radar e l’ottica di imaging termico, che consentono di rilevare e seguire efficacemente gli UAV. Il sistema utilizza jammer intelligenti per disturbare i segnali radio dei droni, oltre a componenti cinetici come un cannone multi-barile e munizioni a frammentazione per neutralizzare fisicamente le minacce. Inoltre, il sistema è dotato di un’arma elettromagnetica ad alta potenza in grado di colpire bersagli a distanze fino a 1 km, come confermato durante i test sul campo.
Il vantaggio di queste piattaforme C-UAS integrate è la loro flessibilità e adattabilità a diversi scenari di minaccia, sia in ambito civile che militare. Attraverso la fusione di dati provenienti da diversi sensori e l’uso dell’intelligenza artificiale, questi sistemi possono riconoscere, colpire e neutralizzare automaticamente i droni di diverse classi, adattando la risposta alle specificità dell’oggetto protetto. REKiN, che è il risultato di una collaborazione tra istituzioni scientifiche e industriali polacche, dimostra come la combinazione di metodi cinetici e non cinetici in un unico sistema aumenti l’efficacia della protezione contro le moderne minacce aeree.
La neutralizzazione dei droni è uno dei segmenti in più rapida crescita del mercato della sicurezza. Combina tecnologia militare, informatica e intelligenza artificiale. Da qui il crescente interesse per questo settore tra le aziende industriali e della difesa. Nell “ambito del rafforzamento delle competenze, la nostra Azienda sta adottando misure organizzative e sostanziali che possono costituire la base per l” ulteriore sviluppo di soluzioni di sicurezza e protezione da velivoli senza pilota in futuro.
Difesa contro i droni: implementazioni pratiche
Lo sviluppo della tecnologia antidrone si riflette non solo nei laboratori e nei centri di ricerca e sviluppo, ma soprattutto nelle applicazioni operative reali. Gli attuali sistemi di difesa dei droni integrano tutte le fasi operative – dal rilevamento precoce all “identificazione e al tracciamento, fino alla neutralizzazione della minaccia – in un” unica architettura coerente. Un esempio di tale soluzione è DroneSentry di DroneShield, distribuito tra l “altro presso la base aerea statunitense di Grand Forks e l” aeroporto di St. Gallen-Altenrhein in Svizzera. Il sistema offre una protezione dello spazio aereo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, a 360 gradi, integrando sensori radar, ottici e radio con sistemi di disturbo intelligenti. Un’altra soluzione avanzata è EnforceAir di Israele, che consente di prendere in consegna un drone non autorizzato in modo sicuro e di farlo atterrare in un luogo designato.
Le implementazioni pratiche di tali sistemi includono sempre più aeroporti civili e militari che devono proteggere lo spazio aereo da violazioni accidentali o intenzionali dei droni. La loro presenza può causare ritardi, interruzioni delle operazioni di volo e, in casi estremi, mettere in pericolo la vita e la salute dei passeggeri. Altrettanto importanti sono le applicazioni nelle strutture militari e nelle infrastrutture critiche, come le centrali elettriche, le raffinerie, gli impianti di stoccaggio del carburante e i centri dati. In questi luoghi, i droni possono essere utilizzati per la ricognizione, il sabotaggio o l’interruzione dei sistemi tecnici.
I sistemi C-UAS vengono utilizzati anche in occasione di eventi pubblici di massa – concerti, eventi sportivi o raduni statali – dove l’obiettivo è garantire la sicurezza dei partecipanti ed escludere preventivamente il rischio di attentati o provocazioni. Negli ultimi anni, c’è stato anche un crescente utilizzo della tecnologia anti-drone nella protezione dei confini e delle zone costiere e portuali, dove i droni non autorizzati possono essere utilizzati per il contrabbando, la ricognizione o lo spionaggio.
Una difesa efficace contro i droni richiede un approccio completo che integri una varietà di tecnologie, come il radar micro-doppler, l’intelligenza artificiale per l’analisi delle immagini e dei segnali, i disturbatori radio con un raggio d’azione definito con precisione o i sistemi per prendere il controllo del dispositivo in volo. Tali soluzioni stanno diventando standard nei moderni sistemi di protezione dello spazio aereo, offrendo un vantaggio reale in un ambiente in cui il numero e la sofisticazione tecnica delle minacce sono in costante aumento.
Autoprogettazione e costruzione di droni
In un’epoca di accesso diffuso alla tecnologia, alle piattaforme open-source e ai componenti elettronici a basso costo, progettare e costruire il proprio drone è diventato possibile anche al di fuori del settore professionale. Tuttavia, questo non significa che sia un compito facile. Costruire un drone da soli richiede conoscenze all “incrocio tra meccanica, elettronica e programmazione, oltre a una comprensione pratica dell” aerodinamica e del funzionamento dei sistemi di controllo.
La progettazione di un drone richiede una comprensione dell’aerodinamica e dei principi dei singoli componenti, oltre alla capacità di integrarli in un sistema funzionante. Il sistema di controllo del drone è relativamente intuitivo, ma richiede un addestramento per padroneggiare la guida in diversi orientamenti rispetto all’operatore.
In pratica, costruire droni FPV (first-person view flying) da soli è molto popolare tra gli hobbisti, anche se oggi esistono sul mercato sistemi FPV avanzati già pronti che rendono molto più facile iniziare anche per i principianti. Tuttavia, è bene tenere presente che progettare e costruire un drone da soli richiede tempo, pazienza e pratica, soprattutto in termini di calibrazione e test di volo. I droni “out of the box” offrono maggiore stabilità e sicurezza, ma al costo di una minore flessibilità nella personalizzazione dei componenti.
In sintesi, progettare e costruire droni è possibile per gli appassionati, ma non può essere considerato un compito facile: richiede conoscenze tecniche, pratica e accesso ai componenti e agli strumenti giusti. Per i principianti, potrebbe essere meglio iniziare con i kit standard o con i droni FPV integrati nel sistema, che le consentono di imparare rapidamente a volare e di comprendere le basi del progetto.
Il futuro dei sistemi antidrone
La guerra con i droni sta diventando una delle sfide principali dei moderni sistemi di sicurezza, sia militari che civili. Lo sviluppo della tecnologia UAV ha avuto un’accelerazione esponenziale nell’ultimo decennio e la loro disponibilità, miniaturizzazione e capacità operative hanno fatto sì che anche i progetti più semplici possano rappresentare una seria minaccia per le infrastrutture critiche, l’ordine pubblico e persino la conduzione di operazioni militari. La risposta a questa tendenza deve essere uno sviluppo altrettanto dinamico delle tecnologie antidrone – che combinino precisione di rilevamento, efficienza di neutralizzazione e flessibilità di integrazione con i sistemi di sicurezza esistenti.
Le moderne soluzioni C-UAS assumono sempre più la forma di piattaforme complete e integrate che combinano sensori radar, elettro-ottici e RF, analisi dei segnali con l’intelligenza artificiale e mezzi intelligenti di neutralizzazione, sia cinetici che non cinetici. Vengono impiegati negli aeroporti, nelle basi militari, ai confini e negli eventi di massa, dove offrono una protezione reale contro le minacce aeree. Allo stesso tempo, c’è un segmento crescente di utenti privati e semi-professionali che costruiscono o modificano i propri droni per scopi sportivi, di ricerca o tecnici. Questo sviluppo è indissolubilmente legato alla necessità di standard, formazione e regolamentazione – in modo che le tecnologie UAV possano essere utilizzate in modo sicuro e responsabile.
In questa realtà tecnologica e di mercato in continua evoluzione, è essenziale coinvolgere non solo le istituzioni e i servizi statali, ma anche gli attori industriali privati che possono apportare flessibilità, innovazione e competenza ingegneristica alla prossima generazione di sistemi di sicurezza. In questo contesto, MBF Group SA riconosce l’importanza strategica dell’industria dei droni e degli antidroni, considerandola un’area di potenziale crescita del business nei prossimi anni. La costruzione di una base di esperti, basata sull’esperienza militare e industriale, è un elemento di costruzione della competenza nella tecnologia senza pilota e nei sistemi di protezione dello spazio aereo.
Il futuro della guerra con i droni non riguarda solo sistemi di rilevamento e neutralizzazione sempre più sofisticati, ma anche l’integrazione di queste soluzioni con reti di comando, piattaforme mobili e, a lungo termine, sistemi di intelligenza artificiale che prendono decisioni in tempo reale. Combattere nel dominio aereo oggi non è solo una questione di difesa, ma anche di superiorità tecnologica e informativa. I droni – come strumenti ma anche come minacce – diventeranno sempre più importanti nelle strategie di Stati, servizi e aziende.

C-UAS